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AUMENTA L’ETÀ PENSIONABILE: 67 ANNI DAL 2019

Aumenta l’aspettativa di vita degli italiani e con essa l’età pensionabile, che dal 2019 si sposterà in avanti di 5 mesi, raggiungendo i 67 anni. Numerose le proteste dei sindacati, che chiedono di rivedere questo meccanismo.

Si allunga l’aspettativa di vita degli italiani, che sale a 82,8 anni di media, ma questa è una notizia positiva solo a metà: in virtù dell’ultima riforma delle pensioni questo dato a partire dal 2019 fa scattare un ulteriore aumento dell’età pensionabile. Dagli attuali 66 anni e 7 mesi si passa a 67 anni tondi, con un ulteriore balzo di 5 mesi portando questo requisito ai livelli più alti in assoluto in Europa. In parallelo, sempre dal 2019, saliranno anche i requisiti richiesti dall’Inps per andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia. Anche in questo caso saranno necessari 5 mesi in più, ovvero 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini (anziché 42 anni e 10 mesi) e 42 anni e 3 mesi per le donne (anziché 41 e 10).

La legge prevede che il governo adegui ogni tre anni (ogni due a partire dal 2019) l’asticella per la pensioni di vecchiaia sulla base delle indicazioni Istat. L’aumento a 67 anni vale a partire dal 2019 ma la misura deve essere definita in anticipo entro quest’anno e sancita da un apposito decreto emesso dal Mef di concerto col ministero del Lavoro. Fino a quel momento l’aumento di 5 mesi non è scontato: in molti nutrono infatti la speranza di uno sconto, seppure piccolo, anche di un solo mese rispetto alla nuova soglia.

Del resto, come ricorda il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, «il calcolo dell’Istat dovrà prendere a riferimento il triennio 2014-2016, periodo nel quale, nel 2015, è avvenuto un calo dell’aspettativa di vita». Ci si aspetta quindi un calcolo che tenga conto di questo calo e non solo degli aumenti, augurandosi che la decisione sull’aumento dell’età pensionabile sia rinviata a giugno 2018.

I sindacati, che da mesi premono sul governo, chiedono a loro volta che il meccanismo venga bloccato e che si introduca la possibilità di modulare l’età delle pensione in base al lavoro di ognuno, a seconda che sia più o meno gravoso. Nei giorni scorsi, però, era stato Gentiloni in persona al momento del varo della legge di Bilancio a gelare ogni aspettativa spiegando che il governo intendeva rispettare la legge vigente. Così commenta il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: «La questione non è tecnica, ma politica. Il meccanismo dell’incremento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita non è più compatibile con il sistema previdenziale introdotto dalla legge Fornero. Questo è il punto, sul quale chiediamo che il Governo esprima la sua posizione: quando risponderà, il premier Gentiloni, alla richiesta di incontro avanzata da Cgil, Cisl, Uil?».

Fonte: LaStampa

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