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CONSIGLI DI ADICO PER DIFENDERSI DAGLI ERRORI DEL CAF PER IL MODELLO 730

Da tutta Italia persistono le segnalazione relative ad errori commessi dai Caf nella presentazione del modello 730 o di altri modelli.

Si parla di errori nella compilazione del modello 730 che possono provocare un danno economico al contribuente o che potrebbero determinare una sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Adico fornisce alcuni consigli per affrontare questo tipo di situazioni.

Anzitutto, come spiega Carlo Garofolini presidente dell’Adico “è importante scegliere bene il Caf a cui ci si rivolge. Deve essere autorizzato e riconosciuto ufficialmente, altrimenti si rischiano tante brutte sorprese”. In secondo luogo, continua il presidente, “prima di procedere con la presentazione della relativa documentazione, consigliamo di chiedere agli operatori del Caf se abbiano una copertura assicurativa, che tra l’altro dovrebbe essere obbligatoria, e con quale compagnia sia stata stipulata. Volendo si può provare a chiederne pure gli estremi”.

Se il Caf commette un errore, il contribuente può intervenire?

“Nel caso in cui si venga sanzionati dall’Agenzia delle Entrate – afferma il presidente dell’Adico – bisogna ricordarsi che more e sanzioni sono a carico del Caf stesso. Gli importi che non sono stati pagati per l’errore degli operatori del centro di assistenza fiscale, invece, sono a carico del contribuente.”

E in caso di perdita di agevolazioni, quindi sbagli per i quali si subisce un danno economico?

Un esempio di questo sta nella retta dell’asilo nido oppure della perdita della Naspi, indennità di disoccupazione. “In questi casi consigliamo prima di tutto di contattare il proprio Caf – suggerisce Garofolini – per capire come mai sia stato commesso lo sbaglio e per chiedere di attivare l’assicurazione. Nel caso di risposta negativa bisogna rivolgersi a un esperto per redigere una diffida che spesso raggiunge l’obiettivo che ci si è prefissati”.

Fonte: Adico

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Bonus 80 euro di Renzi, un beneficiario su 8 costretto a restituirlo

1,4 milioni di italiani dovranno restituire allo Stato il bonus ricevuto in un’unica soluzione.

Più di un milione di italiani ha ricevuto il bonus 80 euro di Renzi ma ora dovrà restituirlo perché non ne avevano diritto. Essenzialmente per due motivi: a fine anno si sono ritrovati un reddito superiore al limite di 26mila euro lordi, oppure ci sono stato errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi sul modello 730 precompilato.

Sono i dati che provengono dai calcoli del dipartimento delle Finanze in seguito all’invio dei 730 precompilati avvenuto in questi giorni, dopo i riconteggi effettuati dai ragioneri del Ministero dell’Economia incrociati con i dati Inps ricevuti nel 2015.

CHI DEVE RESTITUIRE IL BONUS DI 80 EURO

Il bonus 80 euro di Renzi era destinato ad aiutare la classe media. Veniva richiesto dai datori di lavoro per i propri dipendenti che, all’interno dell’anno fiscale 2015, avrebbero guadagnato tra gli 8 mila e i 26 mila euro. Dalle dichiarazioni 2015 risulta che hanno goduto del credito d’imposta in 11,3 milioni, per un ammontare totale di circa 6,1 miliardi di euro, in media 540 euro. Circa 798mila lavoratori lo hanno dovuto restituire integralmente in sede di dichiarazione, in quanto titolari di ulteriori redditi rispetto a quelli presi in considerazione dal datore di lavoro, mentre 651mila ne hanno dovuto restituire solo una parte.

BEFFATI DAL BONUS

Questo, spiegano dall’entourage di Renzi, “è lo stesso meccanismo fiscale che si applica per tutte le deduzioni e detrazioni come quelle per figli a carico”. Inoltre, sottolineano, “c’è anche chi pensava di non averlo in quanto incapiente sotto gli 8mila euro, e invece ha raggiunto i requisiti per riceverlo”. Viceversa, sono rimasti beffati 341mila contribuenti risultati a fine anno incapienti, cioè troppo poveri per pagare le tasse: hanno dovuto restituire 55 milioni.

Fonte: Qui Finanza

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