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Bonus 80 euro di Renzi, un beneficiario su 8 costretto a restituirlo

1,4 milioni di italiani dovranno restituire allo Stato il bonus ricevuto in un’unica soluzione.

Più di un milione di italiani ha ricevuto il bonus 80 euro di Renzi ma ora dovrà restituirlo perché non ne avevano diritto. Essenzialmente per due motivi: a fine anno si sono ritrovati un reddito superiore al limite di 26mila euro lordi, oppure ci sono stato errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi sul modello 730 precompilato.

Sono i dati che provengono dai calcoli del dipartimento delle Finanze in seguito all’invio dei 730 precompilati avvenuto in questi giorni, dopo i riconteggi effettuati dai ragioneri del Ministero dell’Economia incrociati con i dati Inps ricevuti nel 2015.

CHI DEVE RESTITUIRE IL BONUS DI 80 EURO

Il bonus 80 euro di Renzi era destinato ad aiutare la classe media. Veniva richiesto dai datori di lavoro per i propri dipendenti che, all’interno dell’anno fiscale 2015, avrebbero guadagnato tra gli 8 mila e i 26 mila euro. Dalle dichiarazioni 2015 risulta che hanno goduto del credito d’imposta in 11,3 milioni, per un ammontare totale di circa 6,1 miliardi di euro, in media 540 euro. Circa 798mila lavoratori lo hanno dovuto restituire integralmente in sede di dichiarazione, in quanto titolari di ulteriori redditi rispetto a quelli presi in considerazione dal datore di lavoro, mentre 651mila ne hanno dovuto restituire solo una parte.

BEFFATI DAL BONUS

Questo, spiegano dall’entourage di Renzi, “è lo stesso meccanismo fiscale che si applica per tutte le deduzioni e detrazioni come quelle per figli a carico”. Inoltre, sottolineano, “c’è anche chi pensava di non averlo in quanto incapiente sotto gli 8mila euro, e invece ha raggiunto i requisiti per riceverlo”. Viceversa, sono rimasti beffati 341mila contribuenti risultati a fine anno incapienti, cioè troppo poveri per pagare le tasse: hanno dovuto restituire 55 milioni.

Fonte: Qui Finanza

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Renzi: “Taglieremo le tasse al ceto medio”

Il premier risponde in diretta sui social. “Squallide le buonuscite ai dirigenti delle banche fallite”. “Sono state scritte balle sull’occupazione. Gli incentivi hanno funzionato, è il loro compito”.

“È squallido” che dirigenti di banche fallite abbiano ricevuto buonuscite milionarie”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, in apertura della diretta Facebook “Matteo risponde”, rispondendo a un utente twitter. Il fatto che abbiano ricevuto buonuscite milionarie nonostante il tracollo delle banche che avevano guidato, per Renzi “non è normale. È squallido”. Poi, una domanda sui grillini. “Il M5s sta schiantando?”, chiede un utente. “Questo è un problema loro”, taglia corto Renzi.

“Bugie sull’occupazione”.

“Oggi hanno scritto sul lavoro clamorose balle, le cose più allucinanti” sul Jobs Act”, ha proseguito Renzi. “Gli incentivi hanno funzionato, è il loro compito. Hanno funzionato nel 2015. Nel giro di due anni abbiamo recuperato 400mila posti di lavoro. Abbiamo interrotto la caduta. Nel dare i dati trimestrali dell’Inps si è visto che il saldo positivo è più piccolo dello scorso anno. Non è che ci sono meno posti di lavoro – prosegue – ma siccome gli incentivi sono ridotti, è cresciuta meno l’occupazione, va meno veloce ma continua a crescere”.
Riforma università entro 2016. La riforma dell’università “la faremo entro il 2016, l’importante è che non sia una riforma calata dall’alto”, ha detto il premier nel corso della diretta sui social. “Dobbiamo coinvolgere gli addetti ai lavori.
Intanto abbiamo messo i soldi”, poi si procederà con la riforma con l’obiettivo di “portare l’università e ricerca fuori dal perimetro della Pa”. E poter “mettere quelle regole in grado di far competere le nostre università con quelle di tutto il mondo”. Sempre a proposito di istruzione, Renzi ha poi aggiunto: “Che meraviglia che i test dell’Invalsi siano stati fatti da oltre il 93% degli studenti. Perchè finalmente questa retorica anti-merito, anti-valutazione, a volte ispirata da qualche professore, è stata cancellata. È una cosa bella. Finalmente il merito torna in Italia”.

“Matteo troppe tasse!”.

Un lettore lo rimprovera perchè ci sono troppe tasse. Renzi risponde: “Abbiamo deciso la più grande riduzione della pressione fiscale mai fatta. Non si vede, ma dobbiamo trovare il modo di farla conoscere meglio. Abbiamo stabilito gli incentivi sul lavoro. Dobbiamo aiutare il ceto medio e le famiglie, altrimenti non difendiamo quella parte lì, la più numerosa. Stiamo discutendo come, se attraverso le aliquote Irpef o un sistema fiscale diverso. Andrà nella legge di stabilità del 2017: è un’assoluta priorità”. “La voluntary disclosure – ha sottolineato – è stata un successo. Stiamo lavorando alla versione 2.0. Perchè se stai all’estero e hai portato soldi all’estero io te li faccio anche riportare ma paghi. E con questi soldi potremo dare una mano al ceto medio”.

“Gli 80 euro non sono una mancia”.

“Io non li prendo perchè guadagno 5mila euro al mese. Ma per chi guadagna 1100 euro gli 80 euro sono soldi. E non sono una mancia elettorale, giusto Berlusconi e Grillo possono dirlo, che tanto sono milionari”.

L’immunità dei grillini.

“L’immunità è diventata uno schermo di cui qualcuno approfitta per non farsi giudicare”. Così Renzi attacca i 5Stelle, in particolare i deputati Di Maio e Di Battista che cita. “Quando qualcuno deve pagare è giusto che lo faccia. Ma perchè quattro deputati dei Cinque stelle che hanno detto cose clamorosamente false non rinunciano alla loro immunità? Rinuncino al privilegio, non sono cittadini come altri?”.

Leggi fascistissime.

“Tu pensi di essere simpatico, ma le leggi fascistissime non sono un giocattolino, una cosa su cui fare ironia, sono simbolo della dittatura”. Lo dice Matteo Renzi a #Matteorisponde a chi gli chiede quale sarà la prossima ‘legge fascistissima’ dopo le riforme costituzionali e l’Italicum. “Quando uno utilizza la parola ‘fascista’ dovrebbe vergognarsi, c’è un livello sotto il quale non si può andare”.

Riforma dell’Agenzia delle Entrate.

Stiamo lavorando perchè i cittadini abbiamo più fiducia nella pubblica amministrazione. Vogliamo trasformare l’Agenzie delle Entrate affinché il sistema sia a disposizione del cittadino e non un sistema vessatorio contro il cittadino”. “Al 2018 Equitalia non ci arriva mica”, chiosa.

“A L’Aquila 114 gru”.

Passare a L’Aquila fa male al cuore. Ora finalmente la città è ripartita davvero, 114 gru. Quando la città sarà tra 10 anni capitale mondiale dell’innovazione, prendiamo l’impegno di non dimenticare nomi e cognomi di chi ha trovato una morte atroce”.

“La percezione insicurezza cresce”.

“I reati diminuiscono – ha detto – ma la percezione dell’insicurezza cresce. Dobbiamo dare un messaggio più forte e più efficace nella prevenzione contro la criminalità. Un esempio: abbiamo beccato alcuni pericolosi terroristi. E autorevoli esponenti di forze politiche in particolar modo in camicia verde, tutte le volte dicono ‘ah non c’è sicurezza’ perchè è stato arrestato uno. Questa è la prova che siamo un Paese che fa polemiche su tutto”. “Ma nella sicurezza – ammette – si può fare di più”.

“Il bonus dopo le elezioni”.

“Il bonus da 500 euro per gli studenti arriverà dopo le elezioni amministrative”. “Sennò . spiega il premier – tutti dicono che Renzi vuole comprarsi il voto dei diciottenni. È una follia, ma per atto di rispetto daremo il bonus dopo le elezioni. E a ottobre ricomincerò con le visite nelle scuole, come facevo quando ero sindaco”.

Fonte: La Repubblica

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Il governo ha posto la fiducia alla Camera sulle unioni civili che dovrebbero diventare legge dello Stato in settimana. Molti scontenti.

L’ira dei vescovi sulle unioni civili. Oggi la fiducia. Scoppia il caso Marchini

IL CANDIDATO A ROMA: “DA SINDACO NON CELEBRERO’ I MATRIMONI GAY”

Il governo ha posto la fiducia alla Camera sulle unioni civili che dovrebbero diventare legge dello Stato in settimana. Una decisione che scontenta quei Gruppi d’opposizione pronti a votare sì alla legge, e che fa arrabbiare quanti erano contrari e volevano esprimere in Aula il dissenso attraverso il dibattito. Ed è per questo che il segretario della Cei Nunzio Galantino ha definito «una sconfitta per tutti» la fiducia. E un altro focolaio di polemiche lo ha acceso il candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, dicendo che lui non celebrerà le unioni se diverrà Primo cittadino della Capitale.

La fiducia sulle unioni civili, richiesta dal ministro Maria Elena Boschi alle 14 in Aula, era stata annunciata già domenica dal premier Matteo Renzi. Nessuna meraviglia, dunque, anche se il numero limitato di emendamenti, e l’iscrizione di soli quattro deputati per la loro illustrazione, faceva capire – come ha notato Antonio Palmieri di Fi – che il governo non avrebbe dovuto affrontare un ostruzionismo feroce. Anche perché le pregiudiziali di costituzionalità (che avrebbero bloccato il testo) erano state votate in mattinata solo da Lega e da Fdi, mentre M5s e Sel le avevano respinte assieme alla maggioranza, con Fi che si era astenuta.

LE OPPOSIZIONI

Renzi ha fatto prevalere la certezza di avere la legge, sulla possibilità di garantire un dibattito in Aula, timoroso dei tranelli costituiti da alcuni voti segreti. Il premier temeva che proprio nel segreto dell’urna la minoranza del Pd si saldasse con tutte le opposizioni, al di là della disponibilità ufficiale ad appoggiare la legge da parte di Si, M5s e anche alcuni deputati di Fi. Bastava cambiare una virgola per rimandare il testo in Senato, il che sarebbe stata una sconfitta per il presidente del Consiglio.

La protesta delle opposizioni si è levata immediatamente, seppur con sfumature diverse. Arturo Scotto (SI) ha parlato di «grave errore», e Renato Brunetta di «squadrismo». Ma scontenti anche i pochi deputati della maggioranza contrari alla legge, che non voteranno la fiducia, come Alessandro Pagano, di Ncd, o Gianluigi Gigli e Mario Sberna di Democrazia Solidale. Altri cattolici della maggioranza (come Paola Binetti) voteranno sì alla fiducia ma si asterranno sul voto finale al provvedimento (il regolamento della Camera separa i due voti).

L’AFFONDO DELLA CEI

A farsi portavoce del malumore del mondo cattolico per l’impossibilità almeno del dibattito è stato, dunque, il segretario della Cei Nunzio Galantino: «Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti». Il mondo gay non esulta all’unanimità. Alcune Associazioni, come Arcilesbica o Famiglie Arcobaleno lamentano che non ci sia il matrimonio egalitario, ma altre, come Arcigay o Equality invitano a guardare gli aspetti positivi.

MARCHINI: “NON FARO’ LE NOZZE GAY”

Il clima teso della giornata à avuto un ulteriore fronte di polemica dopo le parole di Alfio Marchini: «non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni». «Marchini tranquillo, ci penserà Giachetti da sindaco a celebrare le unioni gay», ha replicato il presidente del Pd Matteo Orfini, mentre Giachetti ha detto di «non veder l’ora» di votare la legge. Giorgia Meloni si è detta contraria alle unioni civili, ma pronta a far rispettare la legge se divenisse sindaco. «I sindaci diano il buon esempio e rispettino la legge», ha detto il ministro Boschi. Il tema entra comunque nel dibattito della amministrative dalla porta principale.

Fonte: lastampa.it

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Migranti, Renzi con Merkel: “No a confini chiusi”

“E’ un dovere di tutti che la scommessa europea sull’immigrazione funzioni. Siamo impegnati perché l’accordo con la Turchia possa essere ulteriormente incoraggiato”. Così Matteo Renzi al termine dell’incontro con Angela Merkel. “Italia e Germania hanno una forte convergenza sull’approccio all’immigrazione carico di valori umani, di dignità, per offrire una proposta politica come Ue che sia seria, credibile e di lungo periodo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. E ancora: “Non c’è un’emergenza in Italia sul fronte dell’immigrazione, nel 2015 sono arrivati 26mila migranti, solo mille in più rispetto al 2014”, ribadisce Renzi, “questo non vuol dire che non si debba lavorare insieme per avere la stessa filosofia che ha ispirato l’accordo con la Turchia, e occorre una strategia per l’Africa come c’è stata per la rotta Balcanica”, sottolinea ancora il presidente del Consiglio. Quanto alla questione Brennero, Renzi ribadisce che la posizione dell’Austria sul Brennero “è contro la logica, contro la storia”

E la Merkel, nella conferenza-stampa congiunta: “No alla chiusura dei confini, bisogna rispettare la dignità delle persone” sottolinea la Cancelliera, “e occorre ripartirne gli oneri”. “Bisogna rispondere a livello pratico della questione e abbiamo una responsabilità globale che dobbiamo rispettare”, sottolinea la leader tedesca, che aggiunge: “Sui migranti, stimo molto gli impulsi importanti dati dall’Italia con il “migration compact”: siamo dello stesso parere, anche se abbiamo idee diverse sugli strumenti di finanziamento (l’uso di eurobond, ndr)”.
“L’Europa deve dimostrare che e’ una forza valida nel mondo. Sull’euro abbiamo fatto buoni progressi. Sull’emergenza migranti si pone la questione dei confini esterni. L’Europa va dal Polo Nord al Mediterraneo. Dobbiamo difendere il trattato di Schengen e le frontiere esterne altrimenti si rischia di ricadere nei nazionalismi. E’ in gioco il futuro dell’Europa, che”, secondo la Merkel, “si trova in fase fragile e per il futuro dobbiamo imparare a gestirne insieme le sfide”.

Sugli eventuali finanziamenti al migration compact “se ci concentriamo sul bilancio Ue credo che riusciamo a farcela” anche se “nel lungo periodo occorre rivedere la nostra politica di sviluppo anche per coordinarci meglio”, afferma la Merkel, rispondendo a chi gli chiede di eventuali soluzioni alternative agli Eurobond per finanziare il progetto italiano di aiuti ai paesi africani, “con la Turchia abbiamo trovato una soluzione e abbiamo utilizzato una flessibilità nel patto di stabilità”.

Fonte: larepubblica.it

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