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Il proprietario di Sos Natura: “Strage per interesse. O perché sono un simbolo”

Enrico Piva rivela il presunto movente: “Gli attivisti per la caccia, qualcuno che vuole la mia terra o la concorrenza”. E rivela il presagio.

Parla Enrico Piva, il proprietario della struttura Sos Natura di Spinea, in provincia di Venezia, dove in due diverse notti sono stati sterminati porcellini d’India, conigli nani e galline. I carabinieri attendono gli esami dei veterinari sulle carcasse prima di fare ipotesi. Lui dubbi non ne ha: “Li hanno bastonati, schiacciati, colpiti con un punteruolo”.

E’ diventato un caso nazionale la morte violenta di oltre 100 animali, tra porcellini d’India, conigli nani e galline, al parco Sos Natura Onlus di Spinea, in provincia di Venezia. Sterminati nel giro di due notti: quella tra sabato e domenica e quella appena trascorsa. Un video testimonia la strage e il rabbioso sgomento del proprietario, Enrico Piva, che assieme a suo padre ha messo in piedi la struttura per amore degli animali e per il desiderio di curarli. Prima di ipotizzare qualsiasi ipotesi, i carabinieri attendono il referto che sarà stilato nel giro di un paio di giorni all’Istituto Zooprofilattico di Padova, dove tutte le carcasse sono state trasferite dopo un primo esame dei veterinari dell’Asl di Dolo. “Quando ci diranno perché quegli animali hanno smesso di respirare, allora potremo dire se è stata opera dell’uomo o di predatori”.

Enrico Piva non ha bisogno di aspettare. “Un animale queste cose non le fa. Un animale uccide e si porta via la preda per mangiarla. Qui porcellini d’india e conigli sono stati presi a calci e bastonate. Sono stati schiacciati. Sono stati colpiti con un punteruolo. Nessun morso. Alle galline hanno tagliato la testa”.

Se, dunque, è stata una mattanza, chi e perché ha ordito un simile scempio? Ai carabinieri non risulta alcuna segnalazione a carico di Enrico Piva. Nessun precedente legato, magari, a una esposizione politica o a una militanza battagliera nel movimento animalista. Enrico non se ne meraviglia: “Non ho mai dato fastidio a nessuno. Mi prendo cura degli animali perché è quello che amo”. Se c’è una stranezza nel suo comportamento, i carabinieri l’hanno rilevata nel ritardo con cui ha sporto denuncia e solo dopo essere stato sollecitato. Anche per questo Enrico ha la sua spiegazione: “Ero semplicemente sconvolto. Tanto è vero che sono stati gli amici del comitato che hanno chiamato i carabinieri”.

I sospetti

Chi, dunque, ha voluto la morte degli animali di Enrico? Piva premette: “La mia idea l’ho spiegata per bene al maresciallo. Con voi posso fare delle ipotesi”. La prima, l’azione di chi ha voluto colpirlo in quanto simbolo. “Potrebbero essere stati quelli che si battono contro il blocco della caccia” dice Enrico, che subito dopo ragiona su un movente legato all’interesse. “Potrebbe essere stato qualcuno che vuole questa terra e ha voluto farmi capire che devo farmi da parte. Un avvertimento, come la mafia”.

Ma potrebbe anche essere interesse di una presunta concorrenza che Sos Natura chiuda i battenti. Ed è un dettaglio per lui significativo a farglielo pensare. “Si sono portati vie delle uova di Germano Reale (sorta di anatra selvatica nota anche come Capoverde, capostipite della razze domestiche, ndr). Uova che devono schiudersi. Potrebbe essere stata qualche associazione che poi si farà avanti per dire di averle recuperate. Non sono una novità, i rapimenti di animali”. I rapimenti no, ma sconcerta l’idea che persone impegnate come Enrico nella tutela e nella salvaguardia del mondo animale possano aver portato a termine in due diversi raid un simile macello a mo’ di depistaggio.

Quanto alla scena del delitto, il perimetro dell’oasi è circondata da filo spinato. Enrico dice di non aver “trovato buchi o punti in cui la recinzione appaia piegata o forzata. Ma questi sapevano come fare. Si sono muniti di una scala, hanno scavalcato la cancellata e si sono scaraventati sugli animali. Vandalismo mirato per distruggermi”. Ma dai carabinieri si apprende un altro dettaglio importantissimo. Si è detto e scritto che l’oasi non è videosorvegliata. Vero. Ma lo stesso Piva non sapeva che le telecamere sono invece puntate sull’unica via di accesso alla struttura. E se non lo sapeva lui, è probabile che lo ignorasse anche chi ha agito. Immagini acquisite, che gli inquirenti esamineranno una volta che dall’Istituto Zooprofilattico arriverà la conferma che dietro l’accaduto vi è l’uomo.

Il movente

Tornando al possibile movente, qualcuno ha paventato anche l’ipotesi del satanismo. Ai carabinieri non risulta la presenza sul territorio di manifestazioni significative del fenomeno. Enrico conferma: “Sì, qualche sbandato c’è”. Ma poi ripensa a quelle uova di Germano Reale. E lui non ce li vede gli adepti del demonio portarsi a casa quel tesoro. Piuttosto, Enrico riflette sul clima difficile in cui operano quelli come lui. E gli torna in mente il “presagio”. “Anni fa ero volontario dell’Associazione dei naturalisti di Venezia. Volevano farci chiudere a tutti i costi. L’aveva fondata Giulio Cancelli. Era arrivato da Reggio Emilia. Gliene hanno fatte talmente tante che è morto di infarto, se non ricordo male nel 2008. Prima che tutto questo accadesse l’ho sognato. Sembrava volesse avvisarmi”.

Fonte: La Repubblica

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