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Aziende pubbliche, solo una su otto è puntuale nei pagamenti

Le aziende pubbliche sono sempre più ritardatarie nell’onorare per tempo i propri debiti con i fornitori: solo una su otto (13%) lo fa nel giorno della loro scadenza. Un dato che salta all’occhio se confrontato con la media delle imprese italiane, che nel 35% dei casi pagano puntualmente. A rilevarlo è la Cribis D&B – la società del gruppo Crif specializzata nella Business Information – nella prima edizione dello “Studio dei Pagamenti della Pubblica Amministrazione”, anticipato a Repubblica e realizzato sui dati raccolti fino a marzo 2016.

E anche nei ritardi c’è da fare una distinzione tra ritardatari e “grandi” ritardatari. In quest’ultima categoria rientra infatti quasi il 30% delle aziende della Pa, pagando oltre i 30 giorni dalla scadenza (contro la media nazionale del 13,8%), mentre saldano entro il mese il 57,4% (la media nazionale è del 51,1%). Confrontando i dati con il 2010, è vero che sono cresciuti i pagatori puntuali dell’1,5% ma è anche vero che sono aumentati i ritardatari gravi, passati dal 20 al 29,6%.
“La Pa è un settore strategico per le aziende italiane, essendo la destinataria di una grande quantità di beni e servizi”, commenta Marco Preti, Ad di Cribis D&B. “Perciò il ritardo nei pagamenti ha sicuramente degli impatti molto rilevanti sui flussi di cassa di tutta la filiera ed è una criticità per le aziende italiane. Non mancano però i segnali positivi, come le Asl e la Sanità che hanno ridotto i ritardi oltre i 30 giorni o gli enti territoriali del Nordest e Nordovest che sono più puntuali nei pagamenti rispetto alla media italiana. Ancora non basta ma c’è sicuramente chi si sta impegnando per rispettare i termini o almeno ridurre i ritardi”. Asl e Sanità infatti migliorano di 10 punti percentuali la posizione dei ritardi gravi, che scendono al 39,8%. Resta comunque un settore molto critico perché solo il 4,1% della aziende paga puntualmente. “Nel settore pubblico il comportamento di pagamento è lo specchio più fedele dell’affidabilità e della solidità finanziaria di un possibile cliente” continua Preti. “Come è già avvenuto per le imprese, anche i fornitori della Pa inizieranno a valutare e a offrire condizioni migliori a quelle realtà che sono più virtuose e attente al rispetto dei termini di pagamento. Anche per Comuni, Regioni, Asl e tutti gli altri soggetti della Pa essere dei buoni pagatori sarà un fattore sempre più determinante nella costruzione della propria reputazione”.

Analizzando gli Enti Territoriali, i virtuosi sono il 12,7%, mentre il 56,2% pur non essendo puntuali, non vanno oltre il mese dalla scadenza. Ma il dato negativo è quello dei grandi ritardatari, che nel caso degli enti locali è cresciuto in modo esponenziale passando dall’11% del 2010 al 31% circa del 2016. Scendendo nell’analisi geografica, il Nordest è l’area che va meglio, con il 15,2% dei pagatori puntuali e il 15,4 dei grandi ritardatari: meglio del 2010 quando a pagare in tempo erano solo l’11% delle imprese della Pa. La zona che va peggio è il Meridione e le isole dove solo l’8,5% delle aziende pubbliche paga a scadenza, mentre oltre il 54,7% accumula oltre un mese di ritardo.

Fonte: La Repubblica

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