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ANCORA RIALZI SUI PREZZI DEL CARBURANTE. ECCO I DATI.

Nuovi rialzi del carburante sul territorio italiano. Come succede periodicamente è arrivato il momento dell’aumento del prezzo sul carburante: diesel, benzina e gpl.

Mercoledì 10 ottobre c’è stato un intervento della società Eni per l’aumento del costo del gasolio. Il giorno successivo anche Q8 e Tamoil alzano i prezzi di 1 centesimo su quelli raccomandati del gasolio. In tutta Italia i prezzi adottati tendono alla crescita. Quotidiano Energia ha fornito un’elaborazione sull’andamento dell’importo dei carburanti dalle 8 del 10 ottobre comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise.

I dati

Il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è pari a 1,668 euro/litro, con i diversi marchi che vanno da 1,670 a 1,682 euro/litro. La benzina no-logo si aggira intorno a 1,649. Approposito del diesel il prezzo medio praticato è a 1,556 euro/litro, variando da 1,555 a 1,575 euro/litro a seconda della compagnia. Quello no-logo è a 1,540. Questi dati sono riferiti, appunto, alla modalità self del carburante.

Per quanto riguarda il servito: per la benzina il prezzo medio praticato è di 1,791 euro/litro, con gli impianti diversi che vanno da 1,774 a 1,863 euro/litro (no-logo a 1,690); per il diesel la media è a 1,681 euro/litro, con i punti vendita delle compagnie da 1,675 a 1,747 euro/litro (no-logo a 1,580). Il Gpl, infine, va da 0,694 a 0,699 euro/litro (no-logo a 0,676).

Fonte: Adico

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telefonia

ANTITRUST: STOP AI RIALZI DELLE BOLLETTE TELEFONICHE POST 28 GIORNI

Arriva la “sospensione cautelare” dei rialzi delle bollette telefoniche decisi dagli operatori dopo l’arrivo dell’obbligo della fatturazione mensile, a sostituzione di quella a 28 giorni.

A fine gennaio i consumatori hanno denunciato aumenti in bolletta generalizzati fra gli operatori dell’ordine dell’8,6%, verificatosi dopo lo stop alla fatturazione a 28 giorni. In seguito a tale denuncia, l’Autorità Antitrust ha avviato un provvedimento per verificare la sussistenza di un’intesa fra gli operatori quali Tim, Vodafone, Fastweb, e Wind Tre, e la documentazione acquisita durante le ispezioni sembrerebbe confermare l’ipotesi secondo la quale le parti avrebbero comunicato ai propri clienti, quasi contestualmente, che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile e non più su quattro settimane. L’Antitrust ha quindi bloccato l’aumento che i principali operatori delle compagnie telefoniche avevano deciso nel momento del ripristino della bolletta mensile, invece che ogni 28 giorni.

L’associazione Adico dichiara:

L’Autorità ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni confermi l’ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato ai propri clienti, quasi contestualmente, che la fatturazione sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo al contempo un aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13″.

Pertanto, in attesa della conclusione del procedimento, al fine di evitare il prodursi di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.

Secondo l’Associazione dei consumatori, gli aumenti contestuali e di pari importo tolgono alle famiglie e alle imprese le possibilità di abbandonare il proprio operatore per trasferirsi ad un altro, più conveniente. Continua, dunque, il pressing dei Garanti sulle società della telefonia e di Internet. Solo pochi giorni fa, l’Autorità per le Comunicazioni ha ordinato che queste società restituiscano quanto hanno sottratto ai clienti attraverso la fatturazione illegittima, anticipata ogni 28 giorni. La restituzione dovrà avvenire sotto forma di sconto sul canone delle connessioni fisse.

Fonte: Adico

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