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“Le unioni civili un trucco per l’utero in affitto”

Il Cardinale Bagnasco all’assemblea dei vescovi: servono politiche per la famiglia

Unioni civili che sarebbero null’altro che un matrimonio mascherato, calo demografico sempre più preoccupante e mancanza di una politica fiscale a favore delle famiglie: l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco non fa sconti alla classe politica italiana. All’assemblea dei vescovi in corso in Vaticano il cardinale spara ad “alzo zero” contro lla politica. E se «La legge sulle unioni civili sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia e le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, così già si dice pubblicamente, compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà», la critica, dura, arriva anche sulla “fretta” che il Parlamento ha avuto per mettere l’Italia alla pari degli altri paesi europei e occidentali sulle convivenze. Secondo Bagnasco: «Il lavoro che manca, la povertà, le dipendenze come quelle legate al gioco d’azzardo sono i problemi del Paese rispetto ai quali la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo. Per questo non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze, già per altro previste dall’ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici».

L’arcivescovo di Genova ha poi parlato della demografia, del calo delle nascite, ulteriore fronte di preoccupazione per i vescovi: «Finalmente, dopo anni che lo richiamiamo, oggi perlomeno si parla di inverno demografico. La demografia è un indicatore decisivo dello stato di salute di un Paese. Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza? Si avverte l’urgenza di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico. Gli esperti dicono che la messa in atto del cosiddetto `fattore famiglia´ sarebbe già un passo concreto e significativo».

Poi una stoccata su povertà e corruzione: «La povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8% della popolazione italiana! Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio di ieri, la porzione della ricchezza cresce e si concentra sempre più nelle mani di pochi, purtroppo a volte anche attraverso la via della corruzione personale o di gruppo»

Fonte: La Stampa

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Unioni civili: ecco come funzioneranno

Le principali novità previste dalla legge.

La legge si divide in due “capi”: uno per le unioni omosessuali, e l’altro per le coppie eterosessuali.
Queste, in sintesi, le principali novità previste:

COSTITUZIONE DELL’UNIONE CIVILE

L’unione civile tra due persone dello stesso sesso si costituisce di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni.
L’atto viene registrato nell’archivio dello stato civile.

OBBLIGHI RECIPROCI

Dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Non c’è obbligo di fedeltà, ma entrambe le parti sono tenute, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni.

COGNOME

Per la durata dell’unione civile le parti possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. Si può anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome.

VITA FAMILIARE

Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato.

REGIME PATRIMONIALE

Il regime ordinario è la comunione dei beni, a meno che le parti pattuiscano diversamente.

ADOZIONI

La legge non prevede la possibilità per uno dei due partner di adottare il figlio dell’altro partner, essendo stata stralciata la stepchild adoption dal testo.
Tuttavia, all’articolo 3 si prevede che «resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti», il che consente alla magistratura ordinaria di decidere caso per caso.

PENSIONE, EREDITÀ E TFR

La pensione di reversibilità e il Tfr maturato spettano al partner dell’unione. Per la successione valgono le norme in vigore per il matrimoni: al partner superstite va la «legittima», cioè il 50%, e il restante va agli eventuali figli.

SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE

Si applicano in quanto compatibili” le norme della legge sul divorzi, ma non sarà obbligatorio, come nello scioglimento del matrimonio, il periodo di separazione. Tanto da far parlare di `separazione lampo´ davanti all’ufficiale di stato civile.

CONVIVENZE DI FATTO

La legge disciplina anche le unioni tra due persone eterosessuali, ma non sposate. Si hanno quando due persone maggiorenni sono unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.

ASSISTENZA IN CARCERE E OSPEDALE

I conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi nell’assistenza del partner in carcere e in ospedale.

ABITAZIONE

In caso di morte di uno dei partner, l’altro ha diritto di subentrare nel contratto di locazione. Se il deceduto è proprietario della casa, il convivente superstite ha diritto di continuare a vivere in quella abitazione tra i due e i cinque anni, a seconda della durata della convivenza.

REGIME PATRIMONIALE

I conviventi possono, non hanno l’obbligo, sottoscrivere un contratto che regoli i rapporti patrimoniali, anche in comunione dei beni.

ALIMENTI

In caso di cessazione della convivenza, il giudice stabilisce il diritto di ricevere gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. Gli alimenti sono assegnati in proporzione alla durata della convivenza.

Fonte: La Stampa

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Il governo ha posto la fiducia alla Camera sulle unioni civili che dovrebbero diventare legge dello Stato in settimana. Molti scontenti.

L’ira dei vescovi sulle unioni civili. Oggi la fiducia. Scoppia il caso Marchini

IL CANDIDATO A ROMA: “DA SINDACO NON CELEBRERO’ I MATRIMONI GAY”

Il governo ha posto la fiducia alla Camera sulle unioni civili che dovrebbero diventare legge dello Stato in settimana. Una decisione che scontenta quei Gruppi d’opposizione pronti a votare sì alla legge, e che fa arrabbiare quanti erano contrari e volevano esprimere in Aula il dissenso attraverso il dibattito. Ed è per questo che il segretario della Cei Nunzio Galantino ha definito «una sconfitta per tutti» la fiducia. E un altro focolaio di polemiche lo ha acceso il candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, dicendo che lui non celebrerà le unioni se diverrà Primo cittadino della Capitale.

La fiducia sulle unioni civili, richiesta dal ministro Maria Elena Boschi alle 14 in Aula, era stata annunciata già domenica dal premier Matteo Renzi. Nessuna meraviglia, dunque, anche se il numero limitato di emendamenti, e l’iscrizione di soli quattro deputati per la loro illustrazione, faceva capire – come ha notato Antonio Palmieri di Fi – che il governo non avrebbe dovuto affrontare un ostruzionismo feroce. Anche perché le pregiudiziali di costituzionalità (che avrebbero bloccato il testo) erano state votate in mattinata solo da Lega e da Fdi, mentre M5s e Sel le avevano respinte assieme alla maggioranza, con Fi che si era astenuta.

LE OPPOSIZIONI

Renzi ha fatto prevalere la certezza di avere la legge, sulla possibilità di garantire un dibattito in Aula, timoroso dei tranelli costituiti da alcuni voti segreti. Il premier temeva che proprio nel segreto dell’urna la minoranza del Pd si saldasse con tutte le opposizioni, al di là della disponibilità ufficiale ad appoggiare la legge da parte di Si, M5s e anche alcuni deputati di Fi. Bastava cambiare una virgola per rimandare il testo in Senato, il che sarebbe stata una sconfitta per il presidente del Consiglio.

La protesta delle opposizioni si è levata immediatamente, seppur con sfumature diverse. Arturo Scotto (SI) ha parlato di «grave errore», e Renato Brunetta di «squadrismo». Ma scontenti anche i pochi deputati della maggioranza contrari alla legge, che non voteranno la fiducia, come Alessandro Pagano, di Ncd, o Gianluigi Gigli e Mario Sberna di Democrazia Solidale. Altri cattolici della maggioranza (come Paola Binetti) voteranno sì alla fiducia ma si asterranno sul voto finale al provvedimento (il regolamento della Camera separa i due voti).

L’AFFONDO DELLA CEI

A farsi portavoce del malumore del mondo cattolico per l’impossibilità almeno del dibattito è stato, dunque, il segretario della Cei Nunzio Galantino: «Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti». Il mondo gay non esulta all’unanimità. Alcune Associazioni, come Arcilesbica o Famiglie Arcobaleno lamentano che non ci sia il matrimonio egalitario, ma altre, come Arcigay o Equality invitano a guardare gli aspetti positivi.

MARCHINI: “NON FARO’ LE NOZZE GAY”

Il clima teso della giornata à avuto un ulteriore fronte di polemica dopo le parole di Alfio Marchini: «non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni». «Marchini tranquillo, ci penserà Giachetti da sindaco a celebrare le unioni gay», ha replicato il presidente del Pd Matteo Orfini, mentre Giachetti ha detto di «non veder l’ora» di votare la legge. Giorgia Meloni si è detta contraria alle unioni civili, ma pronta a far rispettare la legge se divenisse sindaco. «I sindaci diano il buon esempio e rispettino la legge», ha detto il ministro Boschi. Il tema entra comunque nel dibattito della amministrative dalla porta principale.

Fonte: lastampa.it

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