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NOVITÀ SULLE BOLLETTE DI GAS E LUCE, A BREVE SARA’ OBBLIGATORIO PORRE LA DATA DI SPEDIZIONE SULLE FATTURE EMESSE

La misura servirà a individuare le responsabilità nel caso in cui i consumatori ricevano fatture già scadute.

A fine settembre scadono i termini per la consultazione pubblica, poi sarà compito del Ministero dello Sviluppo Economico adottare e rendere operativo il relativo regolamento. Le nuove regole sulle bollette non sono ancora in vigore, ma tra pochi mesi le novità potrebbero diventare realtà. Lo scopo di tale rivoluzione sarebbe proprio quello di limitare le controversie tra gestori dell’energia e clienti finali.

Nella legge di bilancio approvata dal precedente governo, è infatti scritto nero su bianco che deve essere l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a stabilire “le modalità tecniche e operative che il servizio postale deve osservare per assicurare la certezza della data di spedizione delle fatture agli utenti da parte dei soggetti gestori di servizi di pubblica utilità”.

RITARDI NELLA CONSEGNA DELLA CORRISPONDENZA

A chi, del resto, non è capitato di trovare nella propria cassetta della posta una bolletta già scaduta o prossima alla scadenza? Tra la data di emissione e quella di scadenza devono esserci almeno 20 giorni di differenza. Sono state numerose le segnalazioni da parte di utenti e Sindaci che lamentavano ritardi nella consegna della corrispondenza ed in particolare proprio delle fatture/bollette da parte degli operatori postali, con evidenti conseguenze negative per i cittadini: interessi di mora per ritardato pagamento fino all’ interruzione del servizio per mancato pagamento.

Inoltre negli ultimi mesi, spiega ancora l’Agcom si sono verificati numerosi casi di dispersione/distruzione di invii postali affidati al fornitore del servizio universale e ad altri operatori postali che hanno determinato l’avvio di procedimenti sanzionatori da parte dell’Autorità.

Sarà compito del Ministero dello Sviluppo Economico adottare e rendere operativo il relativo regolamento. L’Agcom ritiene che un periodo transitorio di 6 mesi dalla pubblicazione della delibera finale possa essere considerato congruo per gli operatori postali per adeguare i propri sistemi produttivi al fine di procedere alla stampa della data di spedizione sulle buste che contengono le fatture.

Fonte: Associazione Difesa Consumatori

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no data scadenza olio di olica

Olio di oliva, via il limite massimo di 18 mesi di scadenza dall’imbottigliamento

La Camera ha dato l’ok definitivo alla norma che recepisce una legge europea.

Via libera definitivo della Camera alla norma, assai controversa, che azzera la scadenza dell’olio di oliva per recepire la legge europea 2015-2016 che riguarda, tra le altre cose, anche la qualità e la trasparenza della filiera degli oli vergini d’oliva. Consentita così la vendita dell’extravergine vecchio, ossia con un termine minimo di conservazione superiore agli attuali 18 mesi dall’imbottigliamento previsti dall’articolo 7 della legge Salva olio, più rigida rispetto alla legislazione comunitaria, ma più favorevole alla tutela della qualità dell’olio.

Dopo il sì del Senato ad aprile, Montecitorio ha così approvato (208 voti a favore, 103 i contrari) l’articolo 1 della legge Ue, che elimina il limite massimo di 18 mesi di scadenza dalla data di imbottigliamento (la norma recita: “Il termine minimo di conservazione è indicato da parte del produttore o del confezionatore sotto la propria responsabilità”). E cancella la maggior evidenza cromatica (“cromatura”) delle etichette delle miscele di oli comunitari per distinguerli da quelli made in Italy, a favore di un’indicazione stampata con inchiostro indelebile.

Bagarre in aula.

Ieri, nel corso della discussione in aula che ha preceduto il voto di oggi non sono mancati i momenti di tensione se non di vera e propria bagarre. Due i fronti: da un lato governo e gran parte del Pd a difendere il provvedimento. Dall’altro la deputata dem Colomba Mongiello, prima firmataria della già citata legge Salva olio, che si è vista costretta a dissociarsi dal suo partito e a votare in dissenso dal gruppo Pd. Sostenuta dalle opposizioni, con in testa Filippo Gallinella e Giuseppe L’Abbate dei Cinque Stelle e Paolo Sisto di Forza Italia a denunciare una mancanza di tutela nei confronti dei consumatori e dei produttori piccoli e medi.

I delusi.

“Sono molto delusa per quanto è accaduto – si rammarica Mongiello – da un lato l’Antitrust multa le aziende che hanno venduto falso olio di oliva extravergine, dall’altro si approvano norme contrarie ai consumatori. Io ho votato contro perché sono coerente fino in fondo con le battaglie sull’olio che condotto finora e non capisco questo comportamento schizofrenico. Di fatto è stato dato l’ok a una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio, mentre numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche nutrizionali”. La deputata Pd critica anche la scelta di abolire la diversa cromatura delle etichette: “Normalmente già si usa inchiostro indelebile. Era il colore diverso dell’etichetta che la rendeva immediatamente riconoscibile dai consumatori per distinguere il prodotto nazionale da quello proveniente da altri Paesi”. E sottolinea un particolare al limite del paradosso: “E’ buffo che invece l’aula abbia approvato un mio ordine del giorno sulle tecniche investigative come l’analisi del dna per smascherare le frodi”.

“Ora è tutto a totale discrezione del produttore – commenta L’Abbate, capogruppo M5s in commissione Agricoltura – abbiamo presentato un emendamento per reintrodurre la data di scadenza e quella di imbottigliamento ma abbiamo raccolto solo un ‘no’ della maggioranza. Governo e Pd sembrano avere più a cuore le sorti di qualche lobby straniera piuttosto che il comparto agroalimentare nazionale”.

Il Mipaaf: sanzioni ai furbi.

Accusato di disinteresse rispetto alla questione, il ministero delle Politiche Agricole replica: “L’olio dioliva non ha mai avuto data di scandenza, bensì ha un termine minimo di conservazione che resta e rimane obbligatorio sotto responsabilità del produttore, così come l’indicazione chiara ed evidente dell’origine in etichetta. Per chi viola le norme – spiegano ancora dal Mipaaf – sono previste le sanzioni e il sistema di controlli dimostra che siamo tra i Paesi con il maggior numero di verifiche in Europa. Da poco tra l’altro è stato rafforzato il quadro sanzionatorio sull’olio di oliva proprio per evitare le frodi”.

Contro.

Il provvedimento viene contestato anche dagli agricoltori: “Con l’invecchiamento – precisa il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo – l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo. Con il recepimento delle indicazioni comunitarie la data di scadenza non sarà più di 18 mesi, ma potrà essere decisa liberamente dagli stessi imbottigliatori, il che equivale di fatto a cancellarla, poiché ognuno potrà metterla in base ai propri interessi commerciali ed è evidente il rischio che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio”.

Pro.

Un aspetto positivo però questa norma ce l’ha e ce lo spiega Alberto Grimelli, agronomo ed esperto di olio: “Se l’olio di oliva è al 100% italiano e prodotto in una sola annata, il produttore ha l’obbligo di indicare la campagna di produzione. Quindi un consumatore attento può scoprire non sono quando è stato imbottigliato ma anche quando è stato prodotto”. Una possibilità in più di distinguere i prodotto per chi compra olio 100% italiano.

Fonte: La Repubblica

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