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LEGGE DI BILANCIO 2018: LE AGEVOLAZIONI PER FIGLI E FAMIGLIA

Con il nuovo anno arrivano anche le agevolazioni della legge di bilancio: più possibilità di risparmiare su tasse, strumenti musicali e affitti per chi ha figli che vanno a scuola o all’università; è prevista anche un’agevolazione sugli ausili didattici per i disturbi di apprendimento.

Detrazione per metro, treni e scuolabus.

Da gennaio torna la detrazione per gli abbonamenti a metro, bus, treni regionali e interregionali. L’agevolazione diventa strutturale, quindi senza più scadenza, ed è riconosciuta su un importo massimo di 250 euro per contribuente, comprese le spese per i figli a carico. Possibile quindi detrarre anche lo scuolabus. Con le nuove norme, inoltre, quando gli abbonamenti vengono pagati o rimborsati dal datore di lavoro, le somme non concorrono più a formare il reddito di lavoro dipendente, per cui il bonus non fa crescere le tasse.

Detrazione per gli studenti con disturbi di apprendimento.

Esordio di una nuova agevolazione per chi ha figli con una diagnosi certificata di disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa). Si tratta di una detrazione del 19% per le spese di acquisto di strumenti e sussidi tecnici e informatici che favoriscono la comunicazione verbale e l’apprendimento delle lingue straniere. Lo sconto Irpef è riconosciuto fino al termine della scuola secondaria di secondo grado, anche in caso di studenti maggiorenni. Non ci sono limiti di spesa sui quali applicare l’agevolazione.

Bonus per l’acquisto di strumenti musicali.

Buone notizie, poi, per chi ha figli iscritti ai licei musicali, ai corsi preaccademici, ai conservatori di musica e agli istituti superiori di studi musicali. Per il 2018, infatti è confermato il bonus del 65%, fino ad un massimo di 2.500 euro, per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo. Lo sconto sullo strumento viene applicato direttamente dal rivenditore.

Detrazione per l’affitto per studenti fuori sede.

Per gli universitari, invece, con la legge di Bilancio è stato confermata la detrazione per l’affitto per gli iscritti ad atenei distanti almeno 100 chilometri dal comune di residenza e comunque in un’altra provincia. Solo per il 2017 e il 2018, però, gli studenti di comuni montani disagiati potranno usufruire dell’agevolazione anche se l’università si trova a soli 50 chilometri da casa, e nella stessa provincia. Sarà un provvedimento dell’Agenzia delle entrate a indicare l’elenco dei comuni interessati.

Bonus bebè ancora per un anno.

Chi invece aspetta un figlio e ha un reddito Isee entro i 25.000 euro potrà usufruire del bonus bebè anche nel 2018. L’importo è quello attualmente previsto di 960 euro, ma verrà erogato per soli 12 mesi, ossia fino ad un anno di età del bambino o fino ad un anno dall’ingresso in famiglia per i minori adottati.

2019: nuovo tetto di reddito per i figli a carico.

Occorrerà invece attendere un altro anno per poter usufruire delle agevolazioni per i figli che hanno un lavoro precario ma un reddito che supera l’importo annuo di 2.840 euro. La nuova soglia fissata a 4.000 euro, infatti, sarà in vigore dal 1° gennaio 2019. Riguarderà comunque solo i figli fino ai 24 anni di età.

Fonte: Adico

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BONUS BEBÈ: DURERÀ SOLO UN ANNO E VERRÀ DIMEZZATO

La commissione Bilancio del Senato ha affrontato oggi lo spinoso tema del bonus bebè: a partire dal 2018 non sarà più triennale ma varrà un anno, e dal 2019 sarà dimezzato da 80 a 40 euro mensili.

Il bonus bebè viene reso strutturale, ma a partire dal 2019 l’assegno mensile per i nuovi nati sarà dimezzato. L’ultima versione dell’emendamento alla manovra prevede inoltre un bonus non più per tre anni ma solo per il primo anno di età del bambino o per il primo dopo l’adozione. Nel 2018 saranno dunque corrisposti alle famiglie 80 euro al mese, fino a 960 euro all’anno, mentre dal 2019 saranno 40 euro (480 in un anno). Resta confermata la soglia Isee per accedere al beneficio, che è di 25 mila euro. Per questa misura sono stati destinati 165 milioni per il prossimo anno e non più 185. Per il 2019 saranno 295 milioni e 228 per il 2020: circa la metà rispetto a quanto stabilito inizialmente. La durata del beneficio dunque cambia in base alla data di nascita dei bambini: per i nati entro il 31 dicembre 2017 il bonus sarà triennale, mentre per i nati dal 2018 in poi durerà solo un anno. La somma invece viene applicata allo stesso modo per tutti: e cioè nel 2018 80 euro al mese e dal 2019 40 euro.

Superticket

Quello del bonus bebè è uno dei due temi più spinosi affrontati oggi dalla commissione Bilancio del Senato. L’altro è il superticket sulla sanità, che non verrà abolito come chiesto da Mdp e Pisapia ma rimodulato. L’emendamento approvato prevede lo stop ai superticket per tutti i minori e per i redditi bassi (con Isee fino a 15mila euro) in attesa che arrivi la riforma complessiva del sistema di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria. In tutto vengono stanziati 240 milioni di euro in un triennio per le Regioni che vorranno eliminare il contributo su diagnostica e specialistica: 60 milioni nel 2018, 80 milioni nel 2019, 100 milioni di euro nel 2020.

Pacchetto Comuni

La commissione Bilancio ha dato il via libera ad alcuni emendamenti, tra questi un primo pacchetto di modifiche per gli enti locali, in gran parte frutto del recente accordo con l’Anci. Gli emendamenti dei relatori riguardano i Comuni e prevedono innanzitutto un’ulteriore gradualità nella misura dell’accantonamento al bilancio di previsione del fondo crediti dubbia esigibilità (Fcde), attualmente pari all’85% nel 2018 e al 100% a partire dal 2019. La nuova norma stabilisce invece un livello pari al 75% nel 2018, all’85% nel 2019, al 95% nel 2020 e al 100% a partire dal 2021. Le misure rivolte a Regioni e Province invece saranno messe a punto alla Camera.

Fondo per i risarcimenti bancari

Nasce il Fondo di ristoro finanziario con una dotazione di 25 milioni all’anno per il 2018 e 2019 a favore «dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, non altrimenti risarcito o indennizzato, in violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza» previsti dal Testo unico bancario. Lo prevede l’emendamento dei relatori alla legge di bilancio depositato in Commissione, in base al quale il Mef dovrà emanare entro 120 giorni dall’entrata in vigore della manovra un apposito decreto attuativo.

Sospendere dei mutui a Ischia

E’ stato inoltre dato il via libera all’emendamento di Ala per sospendere il pagamento delle rate dei mutui nei Comuni di Ischia colpiti dal terremoto del 21 agosto. La proposta di modifica dei verdiniani, fondamentali per avere la maggioranza in commissione, prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2018 dei mutui su immobili residenziali, commerciali e industriali resi inagibili dal sisma.

Fondo da un milione per archivi storici di partiti e sindacati

E’ istituito presso il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo un Fondo con dotazione di un milione di euro annui a decorrere dal 2018 per finanziare gli archivi storici dei movimenti politici e organismi di rappresentanza dei lavoratori. E’ quanto prevede un emendamento Pd, riformulato dai relatori, che verrà votato nel pomeriggio.

Fonte: Adico

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Il bonus bebè raddoppia: 160 euro e per il secondo figlio salirà a 240

L’anno scorso hanno usufruito dell’assegno dell’Inps le famiglie di 330mila bambini.

Più soldi per dare una mano a chi fa figli ad affrontare le spese. Il drammatico calo della natalità nel nostro Paese spinge il ministero della Sanità a cercare contromisure, e la prima è la revisione del bonus bebè inaugurato nel 2015. Le coppie che mettono al mondo un bambino riceveranno un assegno doppio di quello emesso oggi dall’Inps. Se poi decidono di dare al primo figlio un fratellino, avranno una cifra ancora superiore. Questa è l’idea di base del progetto che Beatrice Lorenzin vuole inserire nella prossima legge di Stabilità, ovviamente aumentando gli stanziamenti ma sfruttando allo stesso tempo i risparmi già derivati dal calo delle nascite, che sta facendo rivedere al ribasso i preventivi di spesa per il contributo alle famiglie fatti appena due anni fa. “Bisogna agire ora o sarà troppo tardi: rischiamo un crac demografico”, dice Lorenzin in un’intervista a Repubblica oggi in edicola.

Il bonus bebè oggi e fino al 2017 è riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un Isee inferiore a 25mila euro all’anno e a quelli che lo hanno più basso di 7mila. I primi ricevono 80 euro al mese (960 all’anno) per ogni figlio, i secondi 160 euro (1.920 all’anno). Per avere un’idea del significato delle soglie, si stima l’Isee da 25mila euro sia quello di una coppia che guadagna 45mila euro lordi all’anno, vive in una casa con una rendita da 600 euro, ha un mutuo per 50mila euro e nel conto corrente ha 15mila euro. L’indice è infatti legato al reddito ma anche alle eventuali proprietà e pure ai debiti e al numero di componenti del nucleo familiare. Bisogna fare domanda all’Inps per essere ammessi al contributo, valido anche per i figli in affido o adottati fino al terzo anno di età o di ingresso nel nucleo familiare.

Il 2015 è stato il primo anno in cui il numero dei nati è sceso sotto la soglia simbolica di mezzo milione. Secondo i dati di Istat, ancora provvisori ma con alta probabilità di essere confermati, ci si è fermati a 488mila. Circa il 20% dei bambini sono figli di coppie immigrate nel nostro Paese. Nel 2010 il dato era di 561mila.

Lorenzin ha fatto due progetti, uno meno costoso per lo Stato e uno più impegnativo, quasi da Paese nord europeo. Nel primo caso viene raddoppiata la quota mensile per il primo figlio, portandola cioè a 160 e a 320 a seconda della soglia di Isee. Dal secondo in poi l’aiuto non resta lo stesso, come avviene adesso: alle famiglie andranno rispettivamente a 240 e 400 euro. Inoltre nel progetto del ministero c’è l’intenzione di allungare la validità della misura. Al momento il bonus è previsto per i bambini nati dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre del 2017, nel progetto Lorenzin la durata è portata fino al 2020. Se entrerà in vigore il nuovo regime, a coloro che hanno fatto un figlio prima del 2015 e ne hanno un altro nel periodo di validità del contributo viene riconosciuta la cifra mensile più alta.

L’anno scorso sono state 330mila le coppie che hanno ricevuto il bonus. Di queste 245mila hanno avuto il contributo da 80 euro al mese e le altre da 160. La legge di Stabilità del 2015 ha stanziato circa 3,6 miliardi per sei anni. Nella proposta elaborata dagli uffici del ministero della Sanità si prevede un aumento della spesa di circa 2,2 miliardi, tenendo conto dell’incremento dei costi ma anche del miliardo di euro di risparmio rispetto alle previsioni a causa del calo delle nascite.

Ma Lorenzin e i suoi tecnici hanno pensato anche a una proposta molto più forte da portare al Consiglio dei ministri per essere valutata. Si tratterebbe intanto di alzare la soglia massima Isee a 30mila euro all’anno, cosa che ammetterebbe al contributo molte più coppie, almeno altre 60mila. Inoltre si prevederebbe un sostegno molto importante per chi ha un indicatore della ricchezza sotto i 7mila euro. Si darebbero 320 euro al mese per il primo figlio e 480 per il secondo, con una misura che diventerebbe di sostegno alla povertà. Ma ci vorrebbero molti miliardi in più per tenere in piedi un sistema così congegnato. E l’intenzione di fare un vero cambio strategico delle politiche del welfare.

Fonte: La Repubblica

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