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SPRECO ALIMENTARE: 15 MILIARDI IN PATTUMIERA

Lo spreco alimentare aumenta sempre di più: in totale ne abbiamo accumulato per 15 miliardi di euro.

Tonnellate di prodotti alimentari finiscono con l’essere spreco senza essere consumati. Tutto questo provoca seri danni alla nostra società. Invece gli scarti, che dovrebbero essere ridotti al minimo, hanno grandi potenzialità.

Spreco di cibo significa anche spreco di soldi. In Italia sono ben 15 miliardi i soldi persi in sprechi. Infatti, la maggior parte del cibo che buttiamo si deve agli sprechi domestici e alla scarsa virtuosità dei consumatori.

In relazione a questa tematica, nella Giornata nazionale contro lo spreco alimentare AcegasApsAmga spiega come ridurre ed evitare le rimanenze che pesano sull’ambiente e sulle tasche dei cittadini.

Nel dettaglio, Acegas ha raccolto quasi 98 chili di rifiuti organici per abitante. Essi vengono trasformati in compost di alta qualità ed energia elettrica. Sprecare il meno possibile e conferire correttamente gli scarti, dunque, è possibile e fa bene all’ambiente.

Poi ancora, il Gruppo Hera porta avanti il progetto “Cibo Amico” grazie al quale vengono recuperati i pasti preparati ma non consumati nelle cinque mense dell’azienda, poi donati a sei enti no profit che danno ospitalità e assistono circa 140 persone in otto strutture.

Infine,se la raccolta differenziata permette di dare nuova vita ai rifiuti, è importate prima di tutto cercare di ridurli, a partire dalle proprie abitudini quotidiane.

I CONSIGLI PRATICI

  • Per evitare di sprecare è molto utile la doggy bag, un contenitore da portare da casa o richiedere al ristorante per conservare gli avanzi.
  •  E’ fondamentale comprare solo il cibo essenziale, pianificando i pasti della settimana e controllare sempre le date di scadenza.
  •  Se possibile è meglio acquistare gli alimenti direttamente dal produttore per evitare gli sprechi dovuti alle lunghe filiere e donare i prodotti che non vengono consumati alle associazioni locali che sostengono le strutture caritative.

FONTE

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