Archivi categoria: Eventi Culturali

27ª EDIZIONE “GIORNATE FAI DI PRIMAVERA”

A Padova nove le aperture straordinarie coinvolte nelle Giornate FAI di Primavera.

Sabato 23 e domenica 24 marzo, il FAI – Fondo Ambiente Italiano invita tutti a partecipare alle Giornate FAI di Primavera per guardare Padova e la sua provincia con uno sguardo nuovo e costruire un ideale “ponte” tra culture che ci farà viaggiare in tutto il mondo.

In occasione delle Giornate FAI, la scoperta di un luogo speciale dell’immenso patrimonio paesaggistico italiano non è solo un’esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un’occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi, provenienza diversi unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali del proprio territorio che necessitano di essere tutelati e valorizzati.

La manifestazione è anche un importante evento di raccolta fondi e un’occasione per raccontare a tante persone gli obiettivi e la missione della Fondazione.  Per questo, all’accesso di ogni luogo aperto verrà chiesto ai visitatori un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro. I preziosi contributi raccolti saranno destinati al sostegno delle attività istituzionali del FAI.

Tra Padova e la sua provincia sono nove le aperture straordinarie coinvolte nelle Giornate di Primavera. Ad accogliere e guidare i visitatori, ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti della scuola di ogni ordine e grado che hanno scelto con i loro docenti di partecipare a un progetto formativo di cittadinanza attiva, che permetterà loro di vivere e raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del loro territorio.

 

In città sarà possibile visitare:

  • Palazzo Zacco (Circolo Ufficiali, Prato della Valle). L’edificio fu commissionato dal nobile Marco Zacco che nel 1555 ne affidò il progetto al noto architetto bergamasco Andrea Moroni. Il Palazzo che probabilmente venne eretto inglobando precedenti edifici, venne completato nel 1557, caratterizzato da una teoria di lunette ed obelischi posti a coronamento della cornice. Fino agli inizi dell’Ottocento di proprietà della famiglia Zacco, venne venduto alla Congregazione mechitarista armena e in seguito acquistato dal Comune di Padova e da esso venduto allo Stato nel 1904. Dal 1954 è la sede del Circolo Ufficiali.

  • Palazzo Nalin (Padova – Via Marsala, 49). Il palazzo sorge in un’area molto antica, tanto da ipotizzare che nella sua costruzione siano state riutilizzate strutture di fondazione risalenti al periodo romano. L’edificio, sicuramente rimaneggiato nel tempo, assunse un aspetto molto vicino a quello attuale alla fine del Seicento, un ampio scalone in marmo porta al piano nobile dove, nonostante alcuni adattamenti, conserva caratteristiche e atmosfere di casa altoborghese ottocentesca. Dalle finestre poste sul retro si può godere la vista del platano monumentale, di oltre trecento anni, che cresce nel del giardino dell’adiacente Palazzo Papafava, realizzato su progetto di Giuseppe Jappelli. Le visite inizieranno da Palazzo Nalin, dove saranno formati i gruppi, e da qui proseguiranno per l’Oratorio dei Colombini.

  • Oratorio dei Colombini (Padova – Via dei Papafava, 5/6). Il piccolo Oratorio, secondo la tradizione più diffusa, prende il nome dai componenti di una piccola confraternita composta da ex ladroni chiamati Colombini per la bontà che manifestarono dopo che S. Antonio li convertì, in occasione della sua prima venuta a Padova nel 1227. L’Oratorio faceva parte di un più vasto complesso che comprendeva un chiostrino e un altro Oratorio. L’intera proprietà fu incamerata dal Demanio in seguito alle soppressioni napoleoniche, e acquistata nel 1810 dai conti Alessandro e Francesco Papafava de’ Carraresi. I lavori di demolizione eseguiti nel 1817 conferirono al luogo l’aspetto attuale. Al suo interno si conservano ancora due testimonianze della tradizione antoniana, il pulpito in trachite inglobato nella parete di destra della navata e, nel giardino, il pozzo dentro al quale sarebbe caduto il breviario di S. Antonio, restituito asciutto dagli angeli.

 

In provincia:

A Vigonza, a cura della Delegazione di Padova, sono tre i siti che saranno visitabili durante le Giornate del FAI.

  • Il Chiostro dell’ex Convento di Santa Margherita (Via Carpane, 1). Il chiostro è ciò che rimane del convento di Santa Margherita, la cui esistenza è attestata per la prima volta da atti di compravendita risalenti al 1136 e al 1138. In seguito, nel 1155, fu concesso con bolla papale ai canonici regolari di Sant’Agostino, dediti alla cura delle anime e degli ammalati. Una lapide murata sul campanile testimonia l’inizio della sua costruzione (1454), altre notizie sul complesso si evincono dai resoconti delle visite pastorali, che danno ampie descrizioni della canonica e della chiesa, confermate dagli scavi archeologici eseguiti in occasione dei lavori di restauro.

  • Il Borgo rurale “Fratelli Grinzato”, realizzato nel 1938 su progetto dell’architetto Quirino De Giorgio (1907-1998), si inserisce in un ampio programma del regime fascista, volto a realizzare nuovi insediamenti nei luoghi interessati dagli interventi di bonifica agraria e a migliorare le condizioni abitative della popolazione contadina. L’intervento urbanistico ed architettonico di Vigonza è di particolare interesse perché uno dei meglio conservati. L’autore, l’architetto Quirino De Giorgio, esponente di spicco del movimento futurista attivo in particolare a Padova e nei territori circostanti, coglie l’occasione, offerta dai suoi legami con gli ambienti politici dell’epoca, per mettere in pratica le sperimentazioni nell’ambito della composizione e della progettazione architettonica influenzate dal vivace dibattito culturale della cerchia di artisti da lui frequentati.

  • Il Castello dei da Peraga (Via Arrigoni, 1), infine, fu edificato dove la via di collegamento tra Padova e Treviso superava la Tergola, a presidio dell’importante nodo viario. L’edificio risale al XIII secolo e, fortezza in origine, attualmente presenta la tipologia tipica del palazzo, dopo aver subito nei secoli almeno cinque trasformazioni. Sono ancora visibili tracce dell’antica fortificazione e di una torre, più volte citata da fonti storiche. Dopo i da Peraga, fu dimora di altre importanti casate, Badoer, Giustiniani, Michiel, Bettanini, fino a diventare proprietà pubblica nel 1985 con l’acquisto da parte del Comune.

 

Gli iscritti alla Fondazione, e chi si iscriverà al FAI in occasione della manifestazione, potranno godere di ingressi dedicati e accessi prioritari.

Tra le aperture riservate agli iscritti troviamo:

  • l‘antica grotta termale naturale del Colle di Sant’Elena a Battaglia Terme, nota già in epoca longobarda. Nelle sue acque si bagnarono Plinio il Vecchio, il filosofo Plutarco di Cheronea e Teodorico, re degli Ostrogoti. Nel corso del XVIII secolo la grotta accolse illustri viaggiatori del Grand Tour come il filosofo Michel de Montaigne e lo scrittore Stendhal.

  • Lex stabilimento termale “Pietro D’abano” (sempre a Battaglia), chiuso ormai da trent’anni. Nato per volontà della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali, l’attuale stabilimento INPS di Battaglia Terme sorge dove un tempo si trovavano il Grand Hotel delle Terme, lo stabilimento Sant’Elena e gli annessi, tutti di proprietà dei conti Angelo e Gabriele Emo. Acquistati gli edifici nel 1927 si sarebbe dovuto procedere ad una ristrutturazione, ma si preferì la completa demolizione per poter ricostruire in posizioni ritenute più idonee. Il nuovo complesso termale, costituito da due padiglioni distinti destinati ad accogliere e curare gli assicurati dell’allora Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale e i privati, fu inaugurato alla presenza dalle locali autorità nel 1936. Dopo la parentesi della guerra lo stabilimento riprese la sua vocazione alle cure termali fino al 1993, anno della sua chiusura. Al suo interno ancora molti sono gli oggetti che possono raccontare l’attività di cura che vi si svolgeva.

  • Villa Maldura Grifalconi Bonacossi a Pernumia, costruita nella prima metà del Settecento per volontà di Alvise Grifalconi. La villa fu oggetto di diversi passaggi di proprietà che contribuirono a definire la struttura fino a farla divenire quella che oggi conosciamo. Nel 1721 fu venduta alla famiglia Maldura che ne fece la propria residenza di campagna. A questo periodo dovrebbe risalire la decorazione interna della villa caratterizzata da stucchi alle pareti e da fregi dipinti che richiamano le antiche grottesche di età romana. Alla famiglia si deve anche la sistemazione del parco con statue in pietra tenera, la costruzione di serre e di una limonaia destinate ad accogliere la collezione di piante provenienti anche dall’estero.

I siti in provincia di Padova, tranne Vigonza, sono curati dal Gruppo FAI Giovani di Padova.

 

Per gli orari di apertura è possibile consultare il sito: Giornate FAI

Condividi:
Facebooktwitterlinkedinmail

“SORPRENDIMI”: IL NUOVO PROGETTO DI GIOVANNA RICOTTA

Giovanna Ricotta torna in scena con “SORPRENDIMI”, il nuovo lavoro incentrato sull’iconicità della Diva Hollywoodiana.

Giovedì 11 aprile alle ore 18.30, nelle tre vetrine della Giorgio Chinea Art Cabinet, l’artista Giovanna Ricotta esporrà tre suoi lavori dedicati all’iconicità assurta a simbolo: la Diva Hollywoodiana. Un lavoro nel quale l’opera si dà a partire dalla sua “cornice”.

Giovanna Ricotta torna a sorprendere con il suo nuovo progetto artistico intitolato “SORPRENDIMI”. Un progetto che prevede tre installazioni e un’azione che la ricolloca nuovamente “sul tappeto performativo”.

Risale al 2015 il suo ultimo grande lavoro “Non sei più tu – Azione 0”, nel quale l’artista, resa celebre dalle sue provocatorie e irriverenti performance, ha lavorato sul corpo consegnandolo al pubblico condensato definitivamente in scultura, divenuto poi reliquia: un’elegantissima urna mortuaria nera contenente polvere di grafite.

Dopo cinque anni, i riflettori si riaccendono. Lasciando il nero del suo penultimo lavoro, Giovanna Ricotta torna all’insegna della LUCE con il suo nuovo lavoro. Le tre opere sono inscritte all’interno di specchiere, oggetto cult e imprescindibile di ogni diva che si rispetti: lo specchio punteggiato di lampadine.

Una cornice importante come può esserlo quella di un quadro barocco – spiega l’artista – ma sorprendentemente contemporanea. A sigillare una celebrazione, un ritratto”.

Perché l’immagine che dovrebbe riflettere lo specchio, grazie al cortocircuito concettuale di Ricotta, diventa un ritratto. Lo specchio si fa disegno e, attraverso il segno, ci rimanda a quel che resta del corpo della diva.

Nel dettaglio, le tre dive scelte da Ricotta sono Anna Magnani, considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia, attrice simbolo del cinema italiano; Isadora Duncan, danzatrice statunitense; Diamanda Galas, musicista, cantante e pianista statunitense.

Si tratta di tre antidive, massimamente dive, nelle quali Giovanna Ricotta si rispecchia.

Immancabile l’azione performativa pensata da Ricotta che sarà ospitata dalla scalinata della palazzina Pedrocchi, il lungo scalone che dal pronao neo gotico raggiunge il piano Nobile, la scalinata arredata con un sontuoso tappeto rosso.

 

La performance: “Diva”

Una performance della durata di 11 minuti, accompagnata da un set acustico live creato site specific dal sound designer milanese Tony Light, e che verrà proiettata su grandi schermi grazie ad uno degli sponsor dell’evento, Bang & Olufsen Padova.

Giovanna Ricotta, vestita da Diva, scenderà la scalinata costellata da lampadine, le stesse delle specchiere nelle sue opere.

L’azione della performer torna sui lavori precedenti, dove il corpo performativo si muove sempre con gesti meccanici, robotici, scanditi da un tempo immobile che ne rallenta continuamente il movimento, imprimendo quindi grande forza all’azione.

Spiega l’artista “Il movimento sarà dato da un impedimento, in questo caso avrò in mano un bicchiere da cocktail. E mentre, come una vera DIVA, scenderò le scale, farò anche un’azione SORPRENDENTE!”.

 

Per maggiori informazioni:

Giorgio Chinea Art Cabinet 

Condividi:
Facebooktwitterlinkedinmail

MOSTRA “ANTONIO LIGABUE. L’UOMO, IL PITTORE” PROROGATA FINO AL 31 MARZO

Grande successo per la mostra “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore” che è stata prorogata fino al 31 marzo.

La mostra “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore”, a seguito del grande successo ottenuto superando le 21.000 presenze, con punte di 600 visitatori giornalieri, sarà visitabile fino al 31 marzo 2019.

L’esposizione conta oltre settanta dipinti, tre dei quali provenienti da collezioni private padovane e mai presentati al pubblico.

Nello specifico, si tratta di un viaggio attraverso l’arte che ripercorre la vita del pittore Antonio Ligabue. I temi ricorrenti all’interno delle sue opere sono il rapporto con gli autoritratti, che molto fanno trasparire della sua personalità, gli animali selvaggi e domestici, simbolo della sofferenza della sua anima di animale ferito e infine il paesaggio agreste, ricordo della sua terra natale.

L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, è organizzata e prodotta da C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare), con la direzione generale di Alessandro Nicosia, in collaborazione con la Fondazione Museo Antonio Ligabue e il Comune di Gualtieri (RE).

 

INFORMAZIONI UTILI

Biglietti:

  • Intero: euro 10,00

  • Ridotto: euro 8,00 (over 65, giovani dai 18 ai 25 anni, minori dai 6 ai 17 anni)

  • Gratuito: bambini fino a 5 anni, portatori di handicap e loro accompagnatore, giornalisti nell’esercizio delle loro funzioni

Orari:

  • Da martedì a domenica 9-19. La biglietteria chiude alle 18,30

Dove:

Musei Civici agli Eremitani di Padova

Sito:

Musei Civici agli Eremitani

Condividi:
Facebooktwitterlinkedinmail

“IL RESPIRO DELLA NATURA”: INCONTRO CON L’AUTORE LUCA BRACALI

Incontro con il reporter Luca Bracali in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Il respiro della natura”.

Il 28 marzo, a partire dalle ore 18.00, presso la libreria Laformadelibro in via XX Settembre, 63 a Padova, si terrà l’incontro Luca Bracali, fotografo, regista ed esploratore italiano di fama internazionale, reporter per National Geographic, documentarista per le tre reti Rai e “Cacciatore di emozioni” con Licia Colò per Niagara in prima serata Rai e al Il mondo insieme su Tv2000.

Il noto esploratore parlerà anche del suo ultimo libro “Il respiro della natura”, un incredibile mix di 300 foto tratte dai suoi viaggi in tutto il mondo, con occhio particolare su Alaska e lo Zambia.

Bracali ha viaggiato in 141 paesi, è autore di 13 libri e vincitore di 13 premi in concorsi fotografici internazionali. Regista Rai 1 dal 2011 e documentarista per Rai 2 e Rai 3, ha firmato 15 servizi su National Geographic. Dal 2017 diviene ambasciatore dell’associazione no-profit “Salviamo il Pianeta”. Il Minor Planet Center di Cambridge gli ha intitolato a suo nome il 198.616esimo asteroide scoperto.

 

Il Respiro della Natura (The Breath of Nature) di Luca Bracali

L’opera è divisa in due volumi raccolti in un cofanetto.

 

  • VOLUME 1 – “Un viaggio dall’Alaska allo Zambia”

Le piante, e gli alberi in particolare, sono i protagonisti di questo lavoro di Luca Bracali, che nel corso della sua carriera ha visitato ben 140 paesi del mondo. Tra questi ne ha selezionati 40, dai quali ha tratto i soggetti presenti in questo volume, che abbracciano un periodo di 25 anni di lavoro.

Sono immagini che ritraggono la natura in ogni sua espressione e mutamento, analizzando le quali è emerso chiaramente quanto quel patrimonio vitale rappresentato dalle foreste, silenziose fabbriche di ossigeno, sia in gravissimo pericolo a causa di attività antropiche miopi o scellerate. Da qui la necessità di lanciare un allarme forte e deciso, arrivando con le sue fotografie, i suoi documentari e i suoi scritti ad un pubblico sempre più vasto e sensibile.

 

 

  • VOLUME 2 – “Romiti Vivai: La tradizione secolare del vivaio toscano nel mondo”

Le vicende storiche che fanno da sfondo alla nascita ed alla crescita di una realtà aziendale come quella della Romiti Vivai, da sole, non bastano a spiegare il successo del vivaismo toscano.

In questo secondo volume se ne raccontano le ragioni, mettendo a fuoco la determinazione, il coraggio, lo spirito di intraprendenza, la filosofia che guidano da un secolo una passione genuina attraverso le esigenze di un mercato in continuo divenire, con nuove esigenze e nuovi obiettivi.

Oltre alla storia dell’azienda, nel volume sono dettagliatamente esposte tutte le varie fasi della coltivazione in vivaio: dalla preparazione dei terreni fino alla spedizione delle piante; dagli innesti alle invasature; dalle colture protette all’arte topiaria. Il tutto accuratamente illustrato dalle suggestive fotografie di Bracali, che offrono un ritratto dal quale traspare tutto l’amore, la passione e l’impegno di chi coltiva piante nel rispetto della migliore tradizione delle terre di Toscana.

 

Per maggiori informazioni:

Condividi:
Facebooktwitterlinkedinmail